martedì 24 marzo 2015

Una canzone da orsi

La città è Parigi, il luogo – il Teatro dell’opera, il protagonista – un orso, un orso ma prima di tutto un papà. La festa del papà ci ha fatto pensare a un bellissimo albo illustrato che molti conosceranno, “Una canzone da orsi” aggiudicatosi il Premio Andersen nella categoria 0-6 anni e portatore della medaglia d’oro nella mostra The Original Art 2014 a cura di The Museum of American Illustration at the Society of Illustrators. Questo libro è sorprendente ed elegante. La storia è semplice e nello stesso tempo originale, dinamica e avvincente, le tavole di Benjamin Chaud – uniche. Le pagine sono dedicate interamente alle illustrazioni che, fantasiose e ricche di particolari, invitano a essere esplorate e raccontate.

Papà Orso si sta gustando il suo sonnellino invernale quando sente un leggero soffio d'aria sulla pancia e svegliatosi di soprassalto se ne accorge che Orsetto non c’è. Inizia a cercarlo ovunque nel bosco ma non trovandolo continua la sua corsa e così raggiunge una grande città. Oramai è buio c’è tanta gente e tanto rumore e Papà Orso è preoccupatissimo. Lui non sa che il piccolo, come molti bambini che cercano ogni scusa per non andare a nanna, si è messo all’inseguimento di un’ape ritardataria. All’improvviso il papà scorge il sederino di Orsetto che scompare tra le colonne di un palazzo maestoso. L’orso si precipita dentro una sala che altro non è che la hall dell’Opera parigina. Nella sua corsa disperata si trova in alto su una passerella e sentendo una musica si sporge un po’ ma perde l’equilibrio e precipita sul palco nel bel mezzo di uno spettacolo. Tutti lo guardano in silenzio, è una situazione assai imbarazzante e Papà Orso decide di cantare la canzone che gli cantava la sua mamma quando era piccolo. Ma quando il pubblico sente il ruggito dell’orso si scatena il panico e tutti scappano terrorizzati. Tutti tranne uno, il piccolo orsetto che applaude la performance del suo papà. L’orso non è arrabbiato con il monellino, è semplicemente infinitamente felice di riabbracciarlo e anche orgoglioso che Orsetto a sua volta ha scoperto dove abita l’ape; è un posto meraviglioso – il tetto dell’opera dove gli orsi decidono di trascorrere l’inverno con una bella scorta di miele e una vista mozzafiato.




Una piccola opera d’arte da regalare ai vostri figli che si divertiranno un mondo a cercare l’orsetto su ogni pagina, a scoprire e osservare i tanti particolari, a sentirvi ruggire in modo spaventoso nel ruolo di Papà Orso in cui probabilmente un po’ vi riconoscerete.


lunedì 9 marzo 2015

La sinfonica parrucca di Beethowen

“Mangia la mela!”, insiste la mamma. Chi, ad eccezione di Biancaneve, non le darebbe ragione? È la cosa più naturale e più bella con cui possiamo nutrirci, è il cibo per eccellenza, è il ricordo della nostra vita nel giardino dell'Eden. La frutta però non piace a tutti e molti bambini girano la testolina appena gli si presenta una bella mela davanti al naso. Ed ecco allora un po’ di zucchero e una bella cannuccia a strisce colorate e il gioco è fatto.

Una soluzione analoga per far conoscere ai bambini il gusto della musica classica ha trovato Richard Perlmutter, creatore di Beethowen’s Wig (la Parrucca di Beethowen), un gruppo vocale che propone le cosiddette sing along symphonies ovvero i più bei brani classici proposti in una forma diversa così da poter essere cantati con allegria. I testi delle canzoni sono spassosi, intelligenti e raccontano qualcosa del compositore o dell’opera stessa. Un approccio brillante che non vuole sostituirsi all’ascolto di musica classica ma aiuta i bambini a conoscerla.

Gli album di Beethowen’s Wig si sono aggiudicati quattro Grammy nominations e cinque Parents’ Choise Awards, indicatore delle migliori proposte nei media per bambini. Qui vedrete il video della Parrucca di Beethowen vincitore del Best Short Animation Made for Children al prestigioso Ottawa International Animation Festival (OIAF).


Per quelli desiderosi ad esercitarsi in canto e in inglese, segue il testo. I bambini di cinque, sei anni si divertiranno tanto a cantare con mamma e papà, i più grandicelli invece apprezzeranno l’ironia dei testi. Da sottolineare che gli album contengono anche le opere strumentali. Buon divertimento!


Beethoven's Wig

Beethoven's Wig is very big
Beethoven's wig is long and curly and it's white
Beethoven takes his wig off when he sleeps at night
Because it's big
It's very big
Beethoven's wig is big
It's really big
Beethoven's wig is heavy when he takes a walk
His wig is even bigger than the wig of Bach
It is tremendous it is stupendous
It is gigantic and titanic
Monumental and colossal
And enormous and humongous
Cause it's big it's really big
It's very big it's mighty big Beethoven's Wig
It's oh so wide you'll need a guide
To see each side it's really big
It's grandiose don't get too close you'll overdose
Because it's big. Big!
Beethoven's Wig is big!
It's stylish and it's handsome
It costs a small king's ransom
Five hundred bucks and then some
But the hair's so long and flowing
That the wig seems like it's growing
And it keeps his face from showing
Poor Beethoven's wig needs mowing
’Cause Beethoven's wig is big
Beethoven's wig is very big it's oh so big
It's filled with goo it's such a problem to shampoo
It's really very, very big
Beethoven's wig is very big, it's awful big
It's such a mess it even has it's own address
Beethoven's wig
It's such a mop he should stop at the barbershop
It's way too big
His mother called she said he would look better bald

Because it's big it's very big. Beethoven's wig!




lunedì 2 marzo 2015

Non importa dove metti i piedi, continua a camminare e a cantare la tua canzone

Conoscete Rocco il Gatto? Se non l’avete mai incontrato devo assoluttamente presentarvelo.

Rocco è un gatto blu, suona la chitarra, fa skate e porta gli sneakers bianchi, ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua visione positiva della vita. Gli piace cantare e per leggere la sua storia dovrete cantare anche voi. È da precisare che Rocco canta in inglese anche nella versione italiana, una bella occasione per esercitare la pronuncia...

Il primo libro di Rocco “Rocco il Gatto – I love my white shoes”, pubblicato nel 2008, è un vero successo e non è difficile capire il perché. Rocco, con il suo stile "fico", è nato per essere una star e velocemente guadagna popolarità tra persone di età diversa in tutto il mondo.

Il gattone cammina per la strada con le sue nuovissime scarpe bianche e si sente talmente bene in loro che canta “I love my white shoes! I love my white shoes!” Cantate con lui! Scegliete lo stile che più vi si addice ma ricordatevi che Rocco non è un noiosone, metteteci il cuore!. All’improvviso però Rocco si ritrova in un’enorme mucchio di fragole e le sue scarpe diventano complettamente rosse.


Ed ecco la domanda: “E Rocco cosa fa? Si mette a piangere? Certo che no!". Lui pensa: “come sono belle” e così cantiamo “I love my red shoes! I love my red shoes!” finchè non entra in una montagna di mirtilli e i suoi sneakers non diventano blu. Rocco senza dispiacersi troppo, pensa: “fantastiche” e continua la sua passeggiata canticchiando: “I love my blue shoes! I love blue my shoes!”.



Successivamente lui per sbaglio mette i piedi in una pozzanghera di fango e poi in un catino d’acqua, ma non si perde mai d’animo e non rinuncia a cantare la sua canzone.

Nell’ultima pagina troviamo nello stesso tono fresco e spirioso la morale di questa storia: “non importa dove metti i piedi, contiua a camminare e a cantare la tua canzone... perché va tutto bene”.


Vi propongo un simpatico video in cui gli autori leggono e cantano questa storia.



venerdì 13 febbraio 2015

Il giro del mondo in musica

"Diverso è bello" rappresenta un tema che costituisce il filo conduttore nelle nostre scelte musicali. Così pensano anche Putumayo World Music, una casa discografica, specializzata nella produzione di world music, ovvero quella musica che riceve la propria energia dalle tradizioni dei popoli. Il fondatore Dan Storper, proprietario di una catena di negozi d'abbigliamento, dopo aver notato il grande successo che le raccolte musicali da lui create ottenevano nei suoi negozi, decide di dedicarsi alla produzione musicale che pochi anni dopo diventa la sua unica occupazione. Negli ultimi ventidue anni pubblica numerosi album con musica da tutto il mondo e con la nascita di Putumayo Kids dedica un'attenzione speciale ai più piccoli abitanti del pianeta, producendo musica pensata appositamente per i bambini.

Credo che i bambini non abbiano filtri, che siano liberi da pregiudizi e inibizioni e che possano ascoltare potenzialmente tutto ciò che vien loro proposto, purché vengano rispettati i loro gusti e desideri. L'accesso a culture diverse in questo caso non solo significherebbe un contatto con qualcosa di diverso; ascoltare musica dal mondo darebbe loro la possibilità di trasformarla in parte integrante del sé, di arricchire il proprio mondo con un punto di riferimento diverso, di preservare per il futuro una fonte di ispirazione che potranno trovare dentro sé stessi.

Gli album per bambini di Putumayo sembrano creati espressamente per le piccole orrecchie curiose, abitanti spensierati di un mondo senza confini. Le canzoni che li compongono portano tanta luce e gioia, trasmessa anche dalle loro copertine coloratissime, creazioni dell'artista britannica Nicola Heindl.

Per tutti quelli che amano ballare dal mattino presto, ecco alcune canzoni fresche e allegre. Il loro ritmo coinvolgente farà sì che tutta la famiglia cominci a dondolare e saltellare.







Come "fa" la Kalimba?


Le ultime ricerche scientifiche negano l'esistenza del cosiddetto "Effetto Mozart". Si sostiene, a differenza di ciò che si pensava negli ultimi anni, che l'ascolto di musica classica e in particolare delle opere del geniale compositore austriaco in età precoce non porterebbe ad un aumento delle capacità intellettuali. In ogni caso non più di quanto se ascoltassimo il nostro cantante pop preferito. Vero o falso, nessuno può negare che questo arricchirà il nostro bagaglio culturale e in generale la nostra vita.

Credo che la musica, a qualsiasi genere appartenga, non possa essere sostituita da nient'altro; essa è una delle poche cose che rendono speciale la nostra vita. E quanta più e più varia è la musica che abbiamo la possibilità di ascoltare, tanto più si arricchisce il nostro gusto musicale e cresce la nostra curiosità. Ritengo la curiosità una delle caratteristiche più preziose che si possano possedere, quella che ci trasforma in bambini capaci di scoprire mondi nuovi.

Per esplorare sonorità diverse vi propongo una composizione originale di un eccezionale batterista, Alberto Pederneschi. In essa il protagonista è uno strumento africano che forse non tutti conoscono, la kalimba. Il suo suono, dolce e delicato, crea un'atmosfera magica.